1° classificato
Nazario Menato
Silenzio alpestre
una cattedrale
verde
dalle oscillanti
guglie
mi sovrasta;
supino
mi abbevero
di luce
m’inebrio di spazio
di colori;
intorno
algide vette
annegano nel cielo;
lontano
scrosciare d’acque
tra pareti di roccia;
vago, tremolante
rincorrersi
di echi indefiniti
richiami d’uccelli
fremiti… bisbigli
riverberi improvvisi
abbaccinanti…
ed io fuso
in questo silenzio
fatto di vento
di ali
di azzurro!
2° classificato
Angelo Gaetano Bianco
Shintaishi
Dolce Valle immota, dormi,
sepolta da neve recente.
Solo il falco, affamato,
con fischi rabbiosi, dissente.
Shintaishi: Valle del Drogo.
3° classificato
Leonardo Previero
Canti nella nebbia
Se non è il torpore a governare i tuoi passi:
vieni.
Ce ne andremo per le malghe di montagna,
verdeggiando alla deriva,
per pascoli infiniti.
Se non è la brina a gelare il tuo volto:
seguimi.
Sgorga ancora un’acqua pia,
e già monda, con le stille, quella chiesa e i simulacri.
Stamani,
sulle nevi del Tambò,
non v‘è caligine amara che ci discosti.
Incanti di montagna.
Ti fermi all’alpeggio?
Sento l’ansare del tuo respiro,
colgo gli spettri d’un pianto nelle brume d’ovatta.
Val Chiavenna,
toni in minore d’un tempo perduto.
Domani,
l’ultima onda del Liro
sperderà con i suoni del vespro questi vani lamenti.
Ascoltare le nebbie gravide di sospiri,
tendere l’orecchio a canti disfatti,
a brusii d’insetto.
Nell’alba fatta grigia,
nel mattino antico,
ancora l’eco d’una campana immota.
4° classificato
Aldo Zanghieri
Spluga
Improvviso sentii un breve
canto del cuculo
mentre salivo i boschi dello Spluga
non era l’arrogante ottusa
musica di legno di molle di metallo
che a volte udii nelle case degli uomini.
Era un canto lontano
di foglie
soffiò leggero e astratto
scivolò nei muscoli dolenti
mentre salivo i boschi dello Spluga
li sciolse un poco come balsamo d’aria.
5° classificato
Luciano Loi
Torrente Liro
Un serpente incavato alla terra
nel greppo discende
Nel groviglio di gole straziate
ricade nel fondo del gorgo
Si allarga a ventaglio
il volo rupestre dell’acqua
spaziando sul grembo materno
Sulle fratture
delle pietre ollari
s’incarna
Prorompe sul Pian dei Cavalli
rimuove frammenti
di fuochi primordiali
Erode gli erosi ponti romani
Disseta la cenere dei sassi
e i rifugi arroccati
Surreali abissi
ricopre
l’arboreo mare increspato
6° classificata
Pieralda Comalini
Presso il lago di Montespluga
Non un’onda sull’acqua. Non più.
L’erba è tenue sulla riva
vergine dell’impronta dei cavalli.
All’acqua si sposa
con un anello di sole.
La bianca spiaggia lontana
si curva immobile nell’abbraccio.
Il corpo si rivela. Non più
occhi naso bocca capelli
ma acqua trasparente
adagiata
sull’erba del fondale.
Mai più le montagne
si offriranno senza respiro
né la case ferme
come disabitate.
Quale azzurro presagio
mi porti
lago di montagna
che berrei d’un sorso?
7° classificato
Alessandro Centinaro
Paese sopra al monte
Sono tornato a vederti perché non sapevo
il volto secco delle tue case
sopra la bestia grinzosa del monte,
perché non sapevo la strada di pietra
deserta alle feci ostinate del mulo
testimone ammutolito della sua carcassa
d’altri tempi
fra le tue case abbrunite prego distratto
come fra icòne congelate nel tempo di dicembre
(stillavano nel seno vizzo del bosco
le castagne di dicembre)
le tue porte come nicchie screpolate
mostrano al vento simulacri
di vecchi cuori
zittìti nel volto bruno del tufo
letargo nebbioso della pietà
nel gesto inciso per sempre.
Qualcuno racconta, ma è tiepida voce rituale in esilio,
che un giorno lontano
un nonno dei miei nonni
in una notte piovosa versò acqua sul focolare
dischiuse dalla dispensa scura
il pane e l’olio viatico
e sulla strada del piano
di lui si dividero solo
le spalle e la nuca trasalire
sul mulo sonnolento che andava.
8° classificata
Adriana Scarpa
Risveglio
Il primo raggio di sole
entra nell’alabastro dell’alba.
Si desta sonoro il bosco
la magia
dilaga lungo muraglie di pietra
s’inerpica fino alla croce
sulla cima più alta.
Di sopra
lo sfrecciare di un’aquila
battuta dal vento.
9° classificata
Ambrogina Sirtori
Motta di Campodolcino
Minuscolo gregge
di pallide case
(le spalle protette
da un morbido
dosso di verde)
t’adagi
sull’ampio pianoro.
Dal sommo del verde
guanciale
sorride tenera
una madonna d’oro.
Intorno un girotondo
vertiginoso di cime.
10° classificata
Elena Sideri
Montagna incantata
Le nuvole scesero
ed abbracciarono la montagna.
Curiose si insinuarono
fino alla terra umida
tra alberi di un verde cupo.
Accarezzarono arbusti, funghi e felci.
Lentamente si fecero strada
lungo torrenti chiassosi,
salirono per sentieri ripidi,
danzarono intorno a tronchi
di altissimi abeti.
Corsero rapide a coprir le valli.
Spinsero l’uomo a far ritorno al paese
e tutto avvolsero nel silenzio.